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LA FOGNA


di Max Strata


"La crescita è superiore alle aspettative", ci dice con il suo inquietante mezzo sorriso il lungo serpente dalle zampe di pollo. Poi veniamo a sapere che dal primo di ottobre, aumenta il costo delle bollette energetiche (+30% per la luce e +14% per il metano nel trimestre) e che queste costeranno non meno di 300 euro a famiglia in un anno, disintegrando gli aumenti salariali delle poche categorie di lavoratori che li hanno avuti. Poiché il sistema fognario in cui viviamo si regge sulle fonti fossili, il loro aumento condiziona l'inflazione che galoppa e che fa aumentare non solo queste bollette ma i costi dei servizi e dei prezzi in generale. Nell’ultimo anno il prezzo del metano è triplicato e quello del petrolio è raddoppiato ma il nostro Paese ha continuato a finanziare con i sussidi diretti e indiretti il mercato dei combustibili fossili con oltre 34 miliardi di euro, di cui 13 direttamente al settore energia. Una montagna di soldi pubblici (i nostri) che sono andati ad ingrassare i dividendi delle grandi compagnie del settore e che invece avremmo potuto iniziare a spendere per fare una vera transizione energetica. Ma il ministro della finzione ecologica calca la mano e ci avverte che il cambiamento lo dovremo pagare noi. Una logica che non fa una piega: prima paghiamo i petrolieri con i sussidi, poi li ripaghiamo per la transizione che secondo il cingolato si farà si, ma con il metano (geniale). Per chi ancora non l'avesse compreso ecco qui il nesso che collega l'urgenza di uscire quanto prima dal fossile per limitare i danni di un disastroso cambiamento climatico e per dare autonomia energetica ai nostri territori. Gli s-governanti temono che la gente prenda coscienza di questo fatto e che si precipiti nelle strade a bloccare tutto, ecco perché si fanno norme per dividere, per ingannare, per imporre limitazioni ai diritti, su questo tema e su altri. Il noto economista Jeremy Rudd ha recentemente scritto circa la sua "profonda preoccupazione che il ruolo principale della teoria economia tradizionale nella nostra società sia quello di fornire un supporto ideologico per un ordine sociale criminalmente oppressivo, insostenibile e ingiusto." Crescita sostenibile, green economy, resilienza (purtroppo si sono appropriati anche di questo termine), non sono che un'escamotage per mantenere saldo lo status quo facendo qualcosina, per dare l'idea di un progresso mentre in realtà rimaniamo impiccati al nero fumo con tutte le sue gravi conseguenze ambientali e sociali. Da questa fogna che tende a sprofondare in un abisso, si può uscire solo se si ha ancora la capacità di comprendere, di indignarsi e di reagire, di stare assieme, di opporsi in modo non violento ma in massa, perché solo una mobilitazione può cambiare le cose. A questo punto, ogni altra nostra occupazione (oggi non posso, domani neppure, il mese prossimo si vedrà...) non è che una triste illusione per non vedere in che grosso guaio ci troviamo.

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