
Gli Hau de no sau nee, meglio conosciuti come gli IROCHESI del Nord America erano e sono un popolo nativo, che per millenni ha vissuto secondo le regole comunitarie della cooperazione, reciprocità, proprietà collettiva della terra, divisione del lavoro, mantenimento dei clan su base matrilineare. Riuniti nella confederazione delle sei nazioni (tribù) cinque secoli fa, hanno combattuto gli invasori europei e oggi si battono contro le grandi compagnie petrolifere che vorrebbero dissacrare il loro territorio. Senza uno stato, senza proprietà privata, si sono auto amministrati tramite il consiglio delle sei nazioni che non votava mai a maggioranza ma doveva sempre discutere e mediare finché veniva raggiunta l'unanimità, riponendo poi la decisione finale nelle mani della comunità. Seguendo la grande legge di pace stabilita dalla loro confederazione, sono riusciti a corservare la natura del loro territorio e a difendere le loro tradizioni. Oggi, proclamano il risveglio della coscienza e hanno scritto una dichiarazione al mondo occidentale, di cui si può leggere qui una parte significativa.

Gli Hau de no sau nee, o confederazione Irochese delle sei nazioni, sono su questa terra dall’inizio della memoria umana. La nostra cultura è tra le più antiche che ancora esistano nel mondo. Noi ricordiamo ancora i primi atti del comportamento umano. Noi ricordiamo le istruzioni originarie dei creatori della vita a questo luogo che noi chiamiamo Etenoha, Madre terra. Noi siamo i guardiani spirituali di questo luogo. Al principio ci è stato detto che gli esseri umani che camminano sulla terra sono stati dotati di tutto ciò che è loro necessario per vivere. Abbiamo imparato ad amarci gli uni con gli altri, ad avere un grande rispetto per tutti gli esseri della terra. Ci è stato mostrato che la nostra vita esiste grazie alla vita degli alberi, che il nostro benessere dipende dalla vita vegetale, che noi siamo i parenti più prossimi degli esseri a quattro zampe. Noi salutiamo ed esprimiamo la nostra riconoscenza alle numerose cose che mantengono la nostra vita: il granoturco, i fagioli, le farine, il vento e il sole. Allorquando le genti smettono di rispettare e di esprimere la loro gratitudine per tutte queste cose, allora tutta la vita comincia ad essere distrutta, e la vita umana su questo pianeta arriva alla sua fine. Le nostre radici sono profonde nella terra dove viviamo. Noi nutriamo un grande amore per il nostro paese, perché il luogo della nostra nascita è là. Il suolo è pieno delle ossa di migliaia di nostri antenati, ciascuno di noi fu creato su queste terre, ed è nostro dovere averne grande cura, poiché da queste terre scaturiranno le future generazioni. Noi proseguiamo il nostro cammino con grande rispetto perché la terra è un luogo estremamente sacro. A tutt’oggi, i territori che ci restano sono coperti di alberi, pieni di animali e di tutti gli altri doni della Creazione. In questo luogo riceviamo ancora il nutrimento della nostra Madre Terra. Noi abbiamo sottolineato che tutti i popoli della terra non mostrano lo stesso rispetto per questo mondo e gli esseri che esso reca. Il popolo Indoeuropeo, che ha colonizzato le nostre terre, ha mostrato assai poco rispetto per le cose che c'erano e che mantengono la vita. Noi pensiamo che questi popoli hanno cessato di rispettare il mondo già da molto tempo. Migliaia di anni fa tutti i popoli del mondo credevano nella stessa maniera di vivere, quella dell’armonia con l’universo. Tutti vivevano in accordo con la natura. Gli europei attaccarono ogni aspetto dell’America del Nord con uno zelo incomparabile. I popoli nativi furono implacabilmente distrutti poiché essi erano un elemento non assimilabile dalla civilizzazione occidentale. Ma il nostro messaggio essenziale al mondo è fondamentalmente un appello alla presa di coscienza. La distruzione delle culture dei popoli nativi appartiene allo stesso processo che ha distrutto e distrugge la vita su questo pianeta. Le tecnologie e i sistemi di organizzazione sociale che hanno distrutto la vita animale e vegetale stanno distruggendo anche la vita dei popoli naturali. Questo processo è la civiltà occidentale. Se deve esserci un avvenire per gli esseri viventi su questo pianeta, noi dobbiamo cominciare a cercare le vie di cambiamento. Il processo di colonizzazione ed imperialismo che ha colpito gli Hau de no sau nee non è che un microcosmo del processo che ha colpito il mondo. Ciò di cui abbiamo bisogno è la liberazione di tutte le cose che sostengono la vita: l’aria, le acque, gli alberi, tutte cose che sostengono la trama sacra della vita. Noi siamo impegnati in una lotta di decolonizzazione delle nostre terre e delle nostre vite, ma non possiamo compiere questa lotta da soli e senza aiuto. Da secoli sappiamo che ogni azione individuale crea condizioni e situazioni che mutano il mondo. Da secoli ci preoccupiamo di evitare tutte le azioni che non offrono una prospettiva a lungo termine finalizzata all’armonia ed alla pace nel mondo. In questo contesto, con i nostri fratelli e le nostre sorelle dell’emisfero ovest, siamo venuti fin qui per parlare di questi importanti problemi con altri membri della famiglia dell’uomo.