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Il silenzio della natura.



Il silenzio della natura.


No, non si tratta della pace che possiamo trovare stando in natura, del "silenzio" rispetto ai rumori della città. Questo è il “silenzio mortale” che è determinato dalla perdita di intensità e diversità dei suoni presenti negli ecosistemi e che riflette un allarmante declino della vita in tutte le sue forme.


Niente canto degli uccelli, niente acqua nel torrente, niente battito d'ali, nessun insetto ronzante. Gli ecologisti del suono e gli esperti di "paesaggi sonori" confermano come i suoni del mondo naturale stanno rapidamente tacendo a causa della distruzione ambientale globale.


Con lo sviluppo della tecnologia, il suono è diventato un modo sempre più importante per misurare la salute e la biodiversità degli ecosistemi: le foreste, i suoli e gli oceani producono infatti le proprie firme acustiche.


I tecnici e gli scienziati che utilizzano l’ecoacustica per misurare e monitorare la vita nei diversi habitat, testimoniano la progressiva perdita di molti suoni familiari: il richiamo mattutino degli uccelli, il fruscio dei mammiferi nel sottobosco, il ronzio estivo degli insetti.


Oggi, sintonizzarsi con alcuni ecosistemi, rivela un “silenzio mortale”, ha affermato il professor Steve Simpson dell’Università di Bristol.

“I cambiamenti sono profondi e stanno accadendo ovunque”, conferma il fonico della natura Bernie Krause, che negli ultimi 55 anni ha effettuato migliaia di ore di registrazioni in tutti i continenti. Si stima che il 70% del suo archivio provenga da habitat che non esistono più.


Uno studio pubblicato sulla rivista Nature, ha evidenziato che in 200 mila siti in Nord America ed Europa, la diversità acustica degli ecosistemi è in declino cronico, con implicazioni potenzialmente diffuse per la salute e il benessere umano.


“I suoni e i silenzi ci parlano come in uno specchio”, ha detto la Professoressa Hildegard Westerkamp, un’ecologa del suono canadese che registra paesaggi sonori da mezzo secolo, periodo durante il quale le popolazioni selvatiche da lei studiate hanno registrato un calo medio di quasi il 70%.


Con l’aumento della sofisticazione dei microfoni, gli scienziati li utilizzano per monitorare la vita che normalmente non sarebbe udibile dalle orecchie umane. Marcus Maeder, ecologista acustico svizzero, ha studiato i rumori emessi dagli alberi sotto stress, inserendo un microfono nella corteccia per ascoltare il tessuto vivente. Lo stress suona come se gli impulsi provenissero dall'interno della cavità, ha detto. "Quando per la prima volta ha infilato un microfono nel terreno di un prato di montagna, ha scoperto che anche questo era vivo di rumore, un regno di suoni completamente nuovo".

I terreni agricoli gestiti in modo intensivo, spesso cosparsi di pesticidi, sembrano invece molto diversi, ha detto Maeder: “il terreno diventa silenzioso”.


Per molti ricercatori, la scomparsa dei paesaggi sonori è fonte di dolore oltre che di interesse scientifico. "È una cosa triste da fare, ma mi aiuta anche a raccontare una storia sulla bellezza della natura", ha detto il Professor Pijanowski. “Come scienziato ho difficoltà a spiegare cos'è la biodiversità, ma se ascolto una registrazione e dico di cosa sto parlando, riconosco che queste sono le voci di quel luogo, che questa è la vita".

Possiamo lavorare per preservarla oppure no.


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